Maria Attanasio, Amnesia del movimento delle nuvole, Edizioni La Vita Felice, Milano, 2009.

Sensazione delle cose

Maria Attanasio, scrittrice calatina e intellettuale raffinata e profonda, alterna la pubblicazione di opere in versi, di grande rarefazione, a romanzi a carattere storico e sociale, con Sellerio, come Correva l‘anno 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile, Di Concetta e le sue donne, Il falsario di Caltagirone .In questo suo ultimo libro di versi, Amnesia del movimento delle nuvole, l’autrice di Caltagirone riesce a fondere le sue atmosfere, di sottile densità a dimensioni più realistiche. Sta qui, essenzialmente, la novità di quest’opera della Attanasio, nella metafora delle contraddizioni delle profondità dell’animo umano, dove coesistono varie spinte contrapposte.

Giancarlo Maiorino, nella sua prefazione, intitolata “Ansimare quotidiano e fantasie di mutamento“ scrive: «L’originalità e l’energia latente di questo bel libro sembrano inoltre matericamente risedere in una condensazione di elementi eterogenei sinora ritenuti opposti o comunque non passibili di compenetrazione reciproca. Sono ravvisabili difatti mosse di spostamento drasticamente figurate, mescolanti ‘sofferenza intelligente‘ e piacere delle risorse linguistiche, ansimare quotidiano e fantasie di mutamento, abbandono alla bellezza della natura e misurazioni psicologicamente acuite di corpi, sentimenti, gesti.»

Ci sono due filoni, infatti, nella stessa opera dell’Attanasio, una lirica più raffinata si alterna a versi duri e realistici. Per esempio a «Lampo di melograno / fiamma di malvasia / in una stanza globalizzata / rosso di poesia » (“Lampo“) si alternano composizioni come a «Repente, ahi dolore alla mente, / come se niente fosse la notte / senza salvacondotti allupata / la mano trema la casa vacilla» (“Repente“) e come «Roma sottonotte di ultras-clandestini / cosparsi di benzina-combusti resti / tra i cartoni del sottopassaggio / quietamente / sbucciando piselli in cucina» (“Notizia di cronaca”).

Si tratta di una poesia alla quale viene dato lo spessore della responsabilità di una testimonianza che cerca di rappresentare la sensazione delle cose e dei fatti. I versi sono attraversati da una sorta di fluido che cristallizza ricordi elencati a flash e riesce a liquefare tutto il concreto della vita quotidiana ricordata. La Attanasio interpreta una riflessione indagativa a carattere in parte onirico, in parte favolistico e, per il resto, realistico. Usa un linguaggio analogico e metaforizzato, con precisi riferimenti autobiografici, affondati in un’eco di occasioni disperse. C’è uno spessore personalissimo nel suo dettato, che si dipana in filamenti analitici, rilevatori di disagi esistenziali e di una lievitazione del vissuto. È un mondo dalle scabre modulazioni, con illuminazioni sui valori e sugli effetti. E, soprattutto, c’è la ricerca delle mutazioni dell’essere, nell’ambito del sentimento del tempo.

Emanuele Schembari

Domenico Cara, Le diagonali della psiche, Borgomanero (No), 2010.

 

Da “Spiragli”, anno XXIII, n.1, 2011, pagg. 54-55.

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