Salvatore Vecchio, La Terra del Sole. Antologia di cultura siciliana, 2 voll., Caltanissetta, Terzo Millennio Ed., 2001.

Un’originale panoramica antologica 

Ho potuto leggere e apprezzare l’opera in 2 volumi di Salvatore Vecchio La Terra del Sole. Antologia di cultura siciliana. Il primo volume va dalle origini ai Borboni, il secondo dal Risorgimento ai nostri giorni. Elegante nella veste e densa di contenuti riccamente annotati, è originale nei dettagli e nella panoramica, anche antologica, della letteratura siciliana.

È un lavoro sobrio, proprio di chi rifugge dal perseguire effimere mode, convinto della necessità di sottoporre all’attenzione dei lettori contenuti efficaci, di scrupolosa fattura. Egli ci introduce nel teatro di trascorsi eventi e ci rende partecipi delle azioni dei protagonisti in un’analisi di piacevole scorrevolezza senza mai tradire, dall’inizio alla fine di ciascuna scheda d’autore, l’impegno a mantenere costantemente lineare la narrazione e a renderla accessibile in tutto il contesto esposto con puntigliosa fedeltà di una obiettiva ricostruzione che ravviva i tempi e penetra nell’intimo i fatti, ricercando e riscoprendo le lontane origini della civiltà sicula per riproporla, con solide fondamenta, a quanti ritengono giusto e doveroso difende la cultura dei nostri avi dallo scadere dei valori tradizionali della nuova lingua.

In quest’opera l’Autore dimostra spiccata professionalità ed ingegno non comune dotato di molteplici risorse nell’arte di sviluppare e coordinare il lungo percorso storico-letterario in argomento, evidenziando nei numerosi approfondimenti inseriti qua e là nell’intera opera le varie derivazioni dei vocaboli, spiegando e rilevandone, all’occorrenza, le avvenute trasmutazioni attraverso i secoli.

Nel contesto dei due volumi Salvatore Vecchio ricostruisce i tempi in cui si sono formati i singoli protagonisti e li segue nei loro vari itinerari culturali, fino al raggiungimento dei loro traguardi, progredendo in questo suo nuovo studio il discorso già da tempo avviato con successo in altre precedenti ternate editoriali dedicate a personaggi di spicco, quali Cardarelli, Pirandello e Ionesco. Il tutto sempre con ineccepibile rispondenza alle fonti ben rigorosamente controllate.

In conclusione, si può dire che l’opera induce a far riconoscere all’Autore un riuscito tentativo di rivalutazione di tutti i personaggi dei quali si è occupato con appassionate ricerche che mettono in rilievo la sua competenza di critico equilibrato e di vasta cultura.

Donato Accodo 

Da “Spiragli”, anno XXIII, n.1, 2011, pagg. 63-64.




 LUNA PIENA DEI VAMPIRI 

Sono il sole che nasce sopra i monti 
la nebbiolina delle cordigliere 
sono il vento che ripulisce i campi 
sono la luna piena dei vampiri 
ed io ti aggredirò 
con i miei morsi 
e tu saprai il nettare-veleno 
trascendentale 
che io racchiudo. 
E arderai di febbre 
e sarò io la febbre che ti uccide. 

Rosani Abou Adal 

(Trad. di Renzo Mazzone)

Da “Spiragli”, anno XX n.1, 2008, pag.54.




QUANDO FA GIORNO 

Nella notte distesa come un manto 
il fischietto del vigile notturno 
è un sibilo lungo ed uno breve. 
Latra una cagna quasi di paura 
al giorno che rivela le sue astuzie. 
Sdraiata sull’asfalto, con le zampe 
in alto, 
si lecca . .. Si ripete 
il fischio acuto nella notte vuota. 
Silenzio nelle case 
ad avvolgere il sonno della gente 
chiusa tra quattro mura 
a covare segreti di famiglia. 
A un angolo di strada fa le fusa 
la gatta e pare voglia dire cose 
confidenziali. 
La cagna sulla soglia d’un portone 
già veglia sulla notte che dirada. 
Un uomo 
si rifugia nel sogno e il materasso 
ritma frasi d’amore, mentre lente 
rientrano le amiche della notte. 
Sotto la mia frnestra fa due fischi 
il vigile notturno 
e tira oltre misurando il passo. 
Nella mia solitudine raccolta 
ascolto i fischi e penso 
a chi è solo e vive chiuso in sé. 
Sul mio letto distesa, qui, al riparo 
delle lenzuola, vago col pensiero … 
Nel giorno che si apre mi accompagna 
il vigile notturno 
con la gatta e la cagna.

Abou Adel Adani

Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 43.




Fame

 Un uomo camminava per la strada, 
i passi incerti. 
Gridava: fame fame 
ho tanta fame. 
Nessuno 
gli dava ascolto. E lui: ho fame, fame. 
Ho fame, fame. 
Poi ci fu qualcuno 
che gli si mise accanto 
e disse: fame 
abbiamo fame. 
E così in due 
continuarono per la stessa strada. 

Adani Abou Adal 

da «L.B .» n. 27, Sào Paulo, 2002

Da “Spiragli”, anno XIX, n.1, 2007, pag. 42.