Richiamo

Sentii un grido
cadere come una valanga:
non lasciateli sognare,
è pericoloso!
Predichino per noi
sul nostro paradiso.
E quelli che non vi ascoltano
nascondeteli!
La luce fa male
il buio addormenta.
Ma chi urlava?
Di chi era la voce?
E abbiamo sentito anche un altro grido
che rimbombava come un tuono
dal profondo.
Venite su,
urlava quello di giù
a quelli che stavano ancora più in basso.
Ma non c’era più nessuno
e le sue parole rimasero
come un’eco schiaffeggiata
dal cielo.

(Poeti romeni d’oggi, Palermo, Ila Palma, 1989)

Petre Dinu Marcel

Da “Spiragli”, anno XXII, n.2, 2010, pag. 55.




Il viale del tempo

Domani sarà il tuo compleanno
e se il cielo sarà azzurro
come i tuoi occhi
spazzeremo la neve
sul viale del tempo.
Te lo dicevo:
ma tu ti opponevi
come Babilonia
all’assedio dei Macedoni.
Se salto due pagine,
dimentico quando sei nata.
Mi è però rimasta la blusa
di marinaio
che ancora serba
il tuo odore di rose
come se avessi pernottato
fra i petali…
Io no. Resta tu quel campo
ch’io aravo.
Dopo cento pagine
posso divorarti
come in sogno una tigre.
Domani sarà il tuo compleanno
e se dovremo passare
per la Porta dell’Inferno
sarò un demone
e t’inseguirò per un bacio.

Petre Dinu Marcel

Da “Spiragli”, anno XXII, n.2, 2010, pag. 55.

 




Addio Segesta.

Addio Segesta…
Parto solo
e mi guardo
nello specchietto retrovisore.
Ho una camicia nera
e disordine nell’anima
quanto nella sua stanzuccia
François Villon.
Mi sento colpevole
perché il cielo non è azzurro
come i tuoi occhi.
Sarei potuto partire
anche domani
e sarei rimasto a pernottare
sotto mandorli e arance.
Da lì il pensiero sarebbe potuto partire
profumato
come i tuoi seni.
Addio Segesta!
Voglio dire: Loredana.
Io sono morto
oggi per te.

Petre Dinu Marcel

Da “Spiragli”, anno XXII, n.2, 2010, pag. 55.