GIUSEPPE MELIS, La didattica nell’Università, Principi di Neoagogia, I.l.a. Palma, Palermo-Sao Paulo.

Per un nuovo modo di fare didattica nei corsi di studio universitari 

Il libro di Giuseppe Melis, La didattica nell’Università. Principi di neoagogia, si compone di due parti: la prima riguarda il momento contingente ed attiene all’attuale riforma universitaria, alla sua critica e ad una proposta alternativa; la seconda contiene un aspetto perenne e delinea una nuova scienza che si pone tra le scienze dell’educazione. 

Riassumiamo brevemente. Nella prima parte l’autore espone in maniera sintetica e chiara il decreto ministeriale (n. 509/99) di riforma universitaria, calando gli schemi della scienza giuridica e dell’educazione non in modo frammentario sui singoli articoli, ma in modo globale, sull’insieme del provvedimento; successivamente descrive l’applicazione, nei decreti attuativi, di quel fondamentale provvedimento. Viene inserita nell’ambito della società italiana ed effettuata secondo il punto di vista della scienza politica la penetrante critica della riforma, nonché una proposta persuasiva di una laurea efficiente che sia esclusivamente triennale, ma con un piano di studi tale da equivalere alla laurea quadriennale. 

C’è un capitolo intermedio dedicato alle facoltà accademiche, che sono il luogo dove non solo si svolge l’insegnamento ma si formulano i piani di studio che possono essere efficienti o inefficienti a seconda che l’élite dominante della facoltà sia paretianamente un’élite di merito o di fatto. 

La seconda parte attiene alla neoagogia, che è una nuova scienza tra le scienze dell’ educazione ed ha per contenuto la pedagogia universitaria, la neagogia (da néos e aghein) in quanto la parola pedagogia universitaria sarebbe una contraddizione in termini: vengono analizzati gli atti tipici di cui si compone la didattica universitaria (lezioni, seminari, conferenze, esami, tesi di laurea), quali costitutivi del metodo educativo. 

Il libro è di una vibrante attualità. Il D.M. n. 509/99 è tuttora vigente, nonostante il dissenso di esperti e professionisti, che ha assunto il carattere di dissenso sociale: la classe politica precedente non ha avuto né l’avvedutezza né il coraggio di abrogarlo o di modificarlo. La classe politica attuale è quella stessa che fece emanare il decreto nello spirito di imitazione della cultura anglosassone: come se l’ intelligenza italiana, per esprimersi compiutamente, dovesse imitare gli inglesi e gli americani. 

Il saggio si rivolge contro una situazione sin cronica a quella attualmente vissuta: perciò la sua attualità. Esso contiene una nuova scienza che, in quanto tale, è destinata a rimanere per sempre ed attende solo di essere ulteriormente sviluppata. Tende a sollecitare la scoperta di nuove discipline scientifiche che si pongano in modo intermedio tra di essa e la pedagogia. 

Il libro, per le sue proposte costruttive, si pone quale strumento e messaggio di programmazione politica. Si rivolge a chiunque voglia accostarsi impegnativamente al problema dell’università: al governante che voglia cercarvi ispirazioni per una più autentica riforma universitaria; al docente che voglia trovarvi idee per la ricerca e la formulazione di nuove scienze; allo studente che voglia individuare e stabilire uno statuto scientifico che protegga agevolmente la propria condizione studentesca. 

Maria Angela Cacioppo

Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pagg. 47-48.

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